
Arrivano fiere sciamane che oltrepassano la moda: tornando recuperando le origini, uno stile senza epoca, attraversano tempi e culture per tornare a noi, come quelle guerriere selvagge fotografate da Meisel nel 2007.
Ha ampiezza atemporale, semplicità elementare e massima determinazione, la coperta-mantella con cui Band of Outsiders interpreta il neo pellerossa. The Row non è da meno, anzi fa di più: per la mantella usa una pelliccia, che taglia a maxi frange, più western del solito.
Molto più complicato, da odierno globale, l’insieme di Rag & Bone: il quilt con frange fatto a longuette, mentalmente immerso in terre rosse, si abbina al chiodo di pelle: bianco gesso. Oppure, il mix è come vuole Roksanda Lincic: dal velluto rosso dei pantaloni, e dal grigio del maxi gilet, è il mobile bluette delle piume che ondeggiano a centro scena, ad attirare l’attenzione.
Tory Burch unisce tre classici: tailleur scozzese, cappuccio e poi manicotto in pelo, in un patchwork d’inserti, come del resto fa Christian Cota, quando “ferisce” il suo tailleur longuette con i magici riflessi del tessuto cangiante che definisce l’insieme. E ci sono i giochi, grafici e non solo, vedi Rodarte, con cui si re-interpreta un mondo di geometrie primordiali, dai segnali quasi optical, e forse esoterici.
Infine, i monocromo. Basi metropolitane con dettagli sciamanici, come quel corsetto di Elie Tahari, una couture in pelliccia.ossa.piume, in tinta ghiaccio come lei.
Cult anni ’60
Il sandalo “Idolo” in crosta beige e rafia, che sale sulla gamba con una maschera primordiale il cui volto si posiziona quasi al ginocchio: un’esotica primavera 1967, di creazione Roger Vivier. Negli stessi anni, a Parigi, dal Salon Carita uscivano i tagli “bandeau”: cortissimi e accompagnati da nastro in velluto intorno alla fronte, in sioux style.
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