sabato 26 marzo 2011

Il genio creativo

"IL GENIO CREATIVO"

Yohji Yamamoto, genio creativo che ha cambiato l'estetica della moda.
Fin dagli esordi ha avuto il potere di trasformare la moda.
Yohji Yamamoto, nel mondo della moda, è fra i pochissimi che mette d’accordo veramente tutti: è facile sentire il suo lavoro vicino a quell’innovazione che non prescinde mai dall’Invenzione, a quello spirito che sa andare anche oltre la Creatività. Cercare di capire l’essenza di Yamamoto è come cercare di capire qual è il suono della mano sola ricercato da un noto indovinello zen, un enigma insolubile razionalmente che spiega come la mano stessa sia il suono, in quanto esiste prima di quest’ultimo e ci sarà anche dopo, oltre che durante. Yohji Yamamoto è un apripista del pensiero senza pari, e non si cura granché dei percorsi commerciali per sviluppare quello che vede molto, molto prima degli altri. I suoi tempi di “incubazione”, diciamo così, a volte sono lunghi, e possono essere inizialmente oscuri anche per chi lo conosce bene. Nelle sue creazioni, Yamamoto rivoluziona il rapporto tra capo e persona, rendendo incorporeo il corpo di quest’ultima. L’uomo e la donna diventano una semplice struttura al servizio del loro animo più profondo:
la loro specificità di esseri umani, il loro stile di vita, più che i loro corpi, vengono proiettati sull’abito. Le geometrie, i tagli delle linee di vestibilità per i quali Yamamoto è famoso sarebbero puro esercizio accademico, se dietro non ci fosse questa intenzione/invenzione continua a farne creature altre. Quella dello stilista giapponese è una dimensione a tutto tondo, non una interpretazione del reale o una semplice de/ricostruzione degli elementi per dare di questi nuove letture. Pensate al suo utilizzo del nero, alle sue sovrapposizioni di strati e raddoppi di capi, alla ripresa di altri contesti (vedi i giubbotti da motociclista dell’ultima collezione presentata) nella loro interezza, non tanto per fare una citazione o una provocazione. Anche certi particolari minimi (ci hanno colpito certe losanghe in un cardigan, che sembravano messe lì sottovoce) al tatto come alla vista sembrano punti di passaggio verso una dimensione altra, ma una volta indossati sono la dimensione stessa.“I’m a cutter, not a couturier”, ha detto una volta Yamamoto, e questa frase è forse il modo più semplice per definire il suo modo di trattare tessuti e forme acuto, vivo, ricco d’ironia. Un tagliatore, sì, ma nel modo in cui uno scrittore vuole essere diretto e non lasciare dubbi: pochissimi aggettivi, vocaboli scelti con cura estrema. Yohji Yamamoto ci mostra in modo chiaro che la creatività è una: basta essere in grado di sentire il suono di una mano sola e meravigliarsene ogni volta, sempre. Yohji Yamamoto, grande esperto di arti marziali e noto per non parlare quasi mai, nasce a Tokyo nel 1943. Nonostante le ristrettezze e le difficoltà del dopoguerra, riesce a frequentare con profitto l’Università di Keio e il prestigioso Bunka College.
Nel 1972 presenta la sua prima collezione a Tokyo, ma ben presto inizierà a girare il mondo, ritenendo limitato e limitante l’ambiente giapponese.
La prima collezione presentata a Parigi, nel 1981, passa alla storia: il mondo del fashion design non sarà più lo stesso di prima.
Oggi Yohji Yamamoto produce le collezioni Yohji Yamamoto, Y’s, Y’s for men, Yohji Yamamoto + Noir, ed è partner di Adidas nella linea Y-3, una serie di collezioni sportswear che sta rivoluzionando il settore sotto l’aspetto creativo e commerciale.








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