" SFUMATO I COLORI DELLA TERRA"
All’alba di un nuovo giorno, tutto è sospeso, calmo e puro. C’è il sogno di un ritorno, il fascino di territori sconosciuti, la fuga dalle costrizioni: le possibilità si moltiplicano, sfumando una nell’altra.
E si adagiano sulla semplicità elementare dei drappi, tinte dai prati e dalla terra, vedi Rodarte e Moniquee Luillhie, oppure riaccendono austerità medievali con i colori dei raggi del sole. Che sorge, come nella pelliccia di Matthew Williamson, o che tramonta, come nell’abito di Zero + Maria Cornejo. Quando l’esotico non si fa addirittura post-primitivo, come quello diChristian Cota.
Un casual addolcito, in bilico tra Oriente e Occidente, pieno di entrambi, a comporre trame e paesaggi, depositati sulle maglie degradé di Dennis Basso e di Jonofui, in un nuovo immaginario atemporale, in armonia con la Terra, o con pianeti lontani.
Partendo da lontano.
Dall’etereo vestire anni venti, svolazzando tra gli abiti si arriva a quelli in tessuto chiné. Tra le sete in tinta screziata, i disegni dai contorni sfumati, del femminile anni Trenta e Quaranta. Saltando ai ’70, alle neo tuniche di quel decennio, ci soffermiamo sui poncho in organza che ne sfumano colori e bellezza, come quello dell’immagine di Vogue. Un archivio che passa allo chiffon diMontana, siamo in pieni anni Ottanta, e le tinte della camicia sono giustamente accese, intorno al tema dei rossi.
Obbligatorio passare attraverso tutte le nuances di Armani, che stratificando chiffon nelle gonne, e sfumando il voile dei pantaloni indaga il marrone della terra, il grigio dell’eleganza, i beige senza tempo, sempre mantenendo il primato dei suoi “greige”.
Inarrivabile, Roberto Capucci: il maestro riproduce fino a 172 sfumature di uno stesso colore nella plissettatura di una cappa , di un corpetto, di una gonna, come nell’abito ispirato agli Oceani esposto al padiglione italiano nell’Expo di Lisbona del 1998.
Immagine con cui lasciare la scena: la bocca che sfuma il rossetto sulle labbra, dall’alto in basso, dal rosso al rosa pallido, sullo sfondo di una carnagione lattea, nell’immagine di Dutch, 3 trimestre anno 1996.
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